Con l’utilizzo massiccio dei social network abbiamo assistito a un proliferare di comunicazioni da:
- persona a persona;
- aziende a consumatori;
- notizie di cronaca o informative gestite direttamente dalle testate giornalistiche che ovviamente hanno, ormai da tempo, reso fruibile il proprio servizio on line anche attraverso i propri canali social.
Ovviamente, seppur la comunicazione non solo è un’arte, ma anche una materia di studio, non sempre i social media sono stai gestiti in modo corretto, benevolo e finalizzato a diffondere certezza e credibilità. Anzi.
Nel corso del tempo abbiamo purtroppo assistito a un assurdo proliferare di fonti social non ufficiali e di profili falsi utilizzati per la diffusione capillare di fake news volte a fomentare discussioni. Le cosiddette “bufale” non solo rappresentano il punto più basso della cattiva informazione (siano esse di natura politica, sociale o meramente informativa), ma anche un modo sensazionalistico e scorretto di utilizzare le piattaforme di social networking, e il web in generale, per distorcere la realtà dei fatti. Creare inutile allarmismo, preoccupazioni o generare shit storm intorno a personaggi e news che di certo e reale non hanno proprio nulla (ma che – ahi noi – riescono a rendersi credibili partendo da un fondo di verità, distorcendola e manipolandola) è un modo subdolo per dare “risposte” alla “pancia” delle persone, e non al loro ragionevole intelletto. Un modo per far “girare” l’algoritmo – diciamo – e l’opinione pubblica a proprio piacimento.

Ma perché questa premessa?
Non che il fenomeno sia stato arginato, ma immaginate cosa sarebbe successo durante l’emergenza se le maggiori piattaforme di social networking non avessero lavorato insieme tra loro, e in accordo con le maggiori istituzioni governative, sanitarie e giornalistiche, su soluzioni che potessero limitare il problema, prendendo le dovute precauzioni con strategie di comunicazione e informazione adeguate, credibili e pronte con risposte volte anche alla confutazione di notizie di dubbia provenienza!
Fin dal principio di questo difficile momento pandemico, infatti, Facebook e Instagram (che fanno parte dello stesso gruppo, il colosso di Menlo Park gestito da Mark Zuckerberg), Twitter (che invece è di proprietà di un’altra società, la Twitter, Inc., ndr) e altre piattaforme non per forza imputate al social networking classico (Linkedin per esempio) hanno predisposto un eccellente servizio di supporto agli utenti non solo per contrastare le fake news (azione che Facebook, nel 2020, avrebbe comunque rafforzato con un sistema di controllo composto da una war room di esperti e analisti contro falsi account e bufale e tutto ciò che evidentemente potrebbe riuscire addirittura ad influenzare l’opinione pubblica e politica) ma anche per indirizzarli verso un’informazione e comportamenti consapevoli, affidabili e certificati.
Ok, ma come?
A emergenza appena iniziata Facebook, Instagram e Twitter hanno ufficializzato la loro presa di posizione, informando i propri utenti rispetto a questa azione volta a rendere un servizio di informazione istantanea sicura e affidabile.
Prima di tutto, le tre piattaforme hanno non solo annunciato pubblicamente queste nuove funzionalità, ma prontamente inserito delle finestre, visibili in alto nei nostri feed o effettuando ricerche sul tema, per accedere a sezioni speciali dove sono sia raccolte tempestivamente tutte le news e dove sono stati segnalati gli account ufficiali degli enti governativi, degli istituti e delle testate giornalistiche ove reperire notizie ed indicazioni verificate e certe.
Ma andiamo con ordine.
Sulla home page dei nostri profili Twitter compare una sezione con tutti gli aggiornamenti in tempo reale sulla situazione COVID-19 (in Italia, nel nostro caso). Cliccandoci su, si accederà direttamente ad una pagina che fornisce tali aggiornamenti riportati da risorse ufficiali e credibili, proprio come specificato dalla stessa piattaforma.

Facebook, invece, ha istituito un vero e proprio centro informazioni sul Covid-19 (a cui è possibile accedere direttamente da menù o tramite segnalazione visibile sui nostri account personali o fan page)

Da qui, scorrendo, è possibile leggere da fonti affidabili e da organizzazioni sanitarie riconosciute, indicazioni e suggerimenti su:
- le ultime notizie;
- quali siano le Organizzazioni sanitarie riconosciute e come accedervi dai social o dal web;
- i suggerimenti e consigli utili su come affrontare le giornate in casa;
- approfondimenti.

Inoltre, in questo elenco è stata inserita anche una sezione speciale dedicata alla solidarietà, con una raccolta fondi a favore dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS), messa in atto dalla stessa Facebook Inc. in collaborazione con United Nations (qui la news di Igers Italia per appofondire).

Ancora: sui nostri account personali, oltre all’accesso istantaneo senza passare dal menù, Facebook ci notifica che è possibile:
- non perdere tutti questi aggiornamenti e informazioni, ricordandoci anche che restare a casa è oggi un importante e responsabile comportamento per tutelare concretamente la salute collettiva e aiutare con il distanziamento sociale l’intero sistema sanitario;
- restare in contatto con gli altri mentre rimaniamo a casa, potendo mostrare in che modo nel nostro piccolo contribuiamo a rallentare la diffusione del virus, anche e solo aggiungendo un motivo alla nostra immagine di profilo per sensibilizzare gli altri.

Per chi, invece, gestisce le fan page Facebook di attività commerciali medie e piccole, ecco quale tipo di contenuti sono messi a disposizione dalla piattaforma, grazie al reindirizzamento a Facebook for Business

Anche Instagram ha subito attivato delle funzioni in tal senso: accedendo al proprio profilo, l’app ci informa, con una schermata, sull’importanza di prevenire la diffusione del virus, invitandoci a consultare le nostre fonti governative sicure, affidabili e costantemente aggiornate.

Sul profilo Instagram ufficiale dell’app, Instagram ha lasciato in evidenza nella biografia il link che ci indirizza direttamente al centro informazioni sul Covid-19 messo a disposizione da Facebook (ricordiamo che Instagram e Facebook fanno parte della stessa società), come anche indicato sull’account Twitter fresco di apertura (gennaio 2020) di Instagram Comms.
In ultimo: su tutte e tre le piattaforme Facebook, Instagram e Twitter, se effettuiamo una ricerca per hashtag (#coronavirus, #covid19 e correlati), compare una schermata che indirizza l’utente alle fonti ufficiali, con Facebook che addirittura ci fornisce l’ABC delle buone pratiche da seguire.


Da non trascurare neanche Linkedin, che propone a suo modo la stessa tipologia di notifica per consultare fonti e notizie autorevoli sull’argomento.

Ma se, invece, fossimo noi stessi a voler comunicare qualcosa (oltre a ricondividere notizie e buone prassi di comportamento sociale)? E se volessimo essere in prima persona esempio o supporto agli altri durante questa pandemia?
Facebook Inc. ha pensato anche a questo.
Sono infatti stati rilasciati su Instagram nuovi sticker da utilizzare nelle storie: “Io resto a casa”, “Grazie” (per mostrare gratitudine per ciò che ci aiuta in questo periodo) ed “Eroi in corsia” (per ringraziare e celebrare pubblicamente il personale sanitario che oggi è in prima fila nel contrasto al COVID-19 e nella cura degli ammalati di nuovo coronavirus nei nostri ospedali) che possono configurarsi per intero o come icona, con un semplice click sull’adesivo nel momento dell’impostazione della storia.

Una curiosità: tutte le storie condivise dagli utenti che utilizzano questi adesivi possono essere aggregate automaticamente da Instagram (come è accaduto il giorno del lancio) in un’unica storia posta in evidenza e visionabile come prima tra tutte le altre che escono in fila in alto nel feed sul nostro account. L’argomento di ogni storia in evidenza, ovviamente, è riconoscibile grazie all’icona che fa riferimento allo sticker utilizzato dagli utenti.
Le storie collettive, è bene sottolinearlo, rispettano le impostazioni di privacy esistenti e che abbiamo impostato sui nostri account. Quindi, i contenuti delle stories non saranno visibili a tutti gli utenti dell’app, ma potranno essere viste solo quelle degli utenti seguiti, così come i nostri follower potranno prendere in visione le nostre se il profilo è pubblico o se rientrano tra gli account che hanno da noi avuto l’autorizzazione a seguirci.
In evidenza anche lo sticker “donazioni”, attivo già da un po’ e che permette di effettuarne direttamente dal nostro smartphone e da Instagram, selezionando un’organizzazione come beneficiaria della nostra solidarietà.

In fase di implementazione in tutto il mondo è invece la funzione che permetterà agli utenti di poter contribuire e supportare le piccole imprese attraverso gift card, ordini on line raccolte fondi direttamente su Instagram, con un click sullo sticker inserito nella storia o tramite il tasto che compare sull’account aziendale dell’attività commerciale.
Un ulteriore strumento, questo, che sicuramente e con il tempo si rivelerà molto utile anche per la fidelizzazione dei clienti e le attività di local marketing, oltre che per il supporto diretto nei confronti di tutte quelle piccole attività oggi ferme a causa dell’emergenza, concetti ben spiegati qui da Instagram attraverso un annuncio ufficiale.
E se di strumenti parliamo, non possiamo neanche non citare un’altra piattaforma – anche se non imputata ai rapporti social ma alla ricerca per fugare i nostri dubbi ed esserci sempre di supporto: Google, che in questi giorni ci suggerisce, oltre alle ultime news sull’andamento del nuovo Coronavirus, anche soluzioni dedicate e alcune funzionalità messe in campo per far fronte all’emergenza ma a cui, evidentemente, non tutti erano preparati.


Ed ecco, allora, come seppur soggetti al distanziamento sociale, i social e il web ci vengono in soccorso, rendendosi supporto essenziale e mostrandoci quanto importante sia il loro valore quando sono correttamente utilizzati.
Questo ci porta anche a fare un’altra importante riflessione: essendo aumentata la percentuale di permanenza e frequentazione dei social network e del web – specie in questo periodo – questo tipo di azioni possono davvero aiutare tutte le fasce d’età (ragazzi e più adulti, soprattutto) a ricercare e ad affidarsi a news che abbiano un fondo di verità, limitando i danni che fake news e informazioni distorte potrebbero arrecare.
La comunicazione, lo abbiamo più volte ribadito, è un materia che muta di conseguenza anche a ciò che avviene nel mondo fuori dal web.
Pur confidando in una prossima e sicura conclusione di questo periodo difficile, la nostra speranza è che questa situazione possa servire anche da esempio e da momento di riflessione per acquisire ancora una volta una maggiore consapevolezza delle nostre azioni, siamo noi stessi comunicatori o semplici utenti.